Nella cessione del quinto l'Istituto di Credito è il cessionario che concede il prestito, il cliente è il cedente che si impegna a trasferire i diritti di una sua parte di stipendio al cessionario fino alla scadenza del prestito, senza bollettini o rid bancari ma con la trattenuta della parte dello stipendio da parte dell'azienda dove lavora in questo modo il datore di lavoro diventa il terzo debitore ceduto. Il cliente riceve il prestito ma non è lui che provvede direttamente a pagare le rate ma sarà l'amministrazione della ditta per la quale lavora a trattenere dal suo stipendio la quota fissa mensile stabilita.
Con questo sistema possono essere finanziati anche coloro che sono stati protestati, pignorati, cattivi pagatori segnalati, dato che si occuperà di tutto l'amministrazione, di contro se l'azienda per la quale lavora è poco affidabile e ha subito protesti, ha un bilancio negativo il cliente non potrà avere il prestito.
La finanziaria controllerà il capitale sociale, l'ultimo bilancio, il tipo di attività e il numero dei dipendenti dell'amministrazione di cui il cliente è dipendente per accertarsi che sia in grado di essere costituita parte per le operazioni di cessione. Nella trattativa di cessione del quinto si troveranno tre sigle : la sigla TAN che è il tasso di interesse annuo che di solito è molto basso essendo basso il rischio di non versamento di una o più rate, la sigla TFR e cioè trattamento di fine rapporto che consiste alla retribuzione annua lorda per ogni anno lavorativo e diviso per 13,5, cifra che viene erogata al dipendente alla fine del rapporto di lavoro, e TFS che varia dal TFR nel modo di calcolare la cifra restituibile al lavoratore e è legato all'avanzamento di anzianità.