Nella categoria dei prestiti personali si prefigura la classica cessione del quinto, dello stipendio che ammette i rimborsi delle rate mediante una trattenuta verificatasi direttamente sulla busta paga del soggetto debitore, da espletare nel valore di un quinto annoverato al netto.
La cessione del quinto è un procedimento rivolto a tutti i lavoratori dipendenti, appartenenti sia allo Stato che a strutture parastatali, oltre che le aziende private e in misura minore pensionati di enti previdenziali.
Quali sono i documenti necessari per la richiesta della cessione del quinto dello stipendio per un dipendente pubblico, un dipendente statale o un pensionato?
Per tutte le tipologie contrattuali è fondamentale presentare il TFR maturato e l'anzianità lavorativa corrispondente a tutti gli impieghi dipendenti, unitamente ai pensionati occorre dimostrare anche la busta paga percepita al netto delle detrazioni fiscali, una documentazione personale ed eventuali polizze sulla vita, qualora siano preesistenti. A tutti è dovuta una verifica anagrafica mediante carta d'identità e certificati di residenza e domicilio, nonché una reddituale attraverso il cedolino, il CUD o il modello 0 bis M se si è pensionati, il quadro RN del modello unico e il cedolino partita IVA o visura camerale se lavoratori autonomi: inoltre bisogna riportare un Certificato di Stipendio e il benestare del proprio datore di lavoro, utili a favorire la periodica trattenuta degli importi determinati.
Come viene calcolata la cessione del quinto?
Per comprendere al meglio una prestazione su cessione del quinto dello stipendio, occorre analizzare i vari elementi che la contraddistinguono. In primis c'è il parametro TAEG, volto a contenere il costo totale del finanziamento, che rientra di tutte le spese accessorie e d'apertura pratica, escludendo ogni costo assicurativo: ciò comporta un risultato parziale della quota rateale che in seguito andrà a porsi.
Anche il TAN indica un importo provvisorio, annoverando l'intero capitale al netto delle tasse, generalmente predefinito secondo le impostazioni di ogni istituto bancario: più basso del primo, è sconsigliabile ai fini di un calcolo preventivo, poiché in difetto di altri costi dovuti.
Sulle operazioni iniziali occorre poi definire le spese d'istruttoria, disposte per l'accensione del prestito incrementando il TAEG. Con le spese di incasso rate, invece, si delineano le commissioni bancarie sul capitale erogato previo conto corrente, inoltre appaiono le spese di invio estratto conto per la consulenza periodica dei movimenti del saldo residuo.
L'importo massimo erogabile è pari ad una rata che non supera 1/5 del reddito mensile del dipendente.